venerdì 20 gennaio 2012

miSalve ragazze, qui di seguto vi copio il rituale di apertura e bando del cerchio di Janet e Stewart Farrar, due importanti personaggi che hanno fatto la storia della Wicca. Il testo è stato tradotto dall'associazione wiccan che frequento, vi prego di non diffonderlo troppo :-)

(Cronos è quello che ha scritto "Wicca" la nuova era della vecchia religione, Aradia edizioni.

Benedizioni a tutte.

Il Rituale di Apertura e Bando del Cerchio

- tratto da “A Witches’ Bible” di Janet e Stewart Farrar -

Traduzione di Gabriel e Cronos dell’ Associazione “Circolo Dei Trivi”

N.d.R.: Il seguente rituale di apertura è uno dei più completi e importanti della Wicca, l’invocazione delle Torri, l’invoicazione della Dea sulla sacerdotessa che abbiamo scelto per tradurre il “Drawning down the Moon” letteralmente “Tirare giù la Luna” e l’Incarico della Dea (Charge of the Goddess), sono le tre parti fondanti della ritualità wicca e della sua spiritualità. Benchè sia di derivazione alexandriana, tutte le altre correnti della wicca hanno semplicemente modificato questa procedura base, che ha visto la partecipazione di Doreen Valiente (una delle prime sacerdotesse e collaboratrici di Gardner) accanto ai coniugi Farrar, nella stesura di un rito di apertura che fosse del tutto identico all’originale gardneriano spogliato delle sue componenti eccessivamente cerimonialistiche e crowleiane.

1. Il Rituale di Apertura

La Preparazione

L’area del Circolo deve essere sgombra e un altare disposto all’estremo punto Nord della circonferenza. Quest’altare può essere un piccolo tavolo o anche semplicemente un panno steso sul pavimento. Disposti sull’altare vi sono:

· · il pentacolo, al centro

· · la candela del Nord, dietro al pentacolo

· · un paio di candele da altare, una ad ogni lato

· · la coppa riempita di vino rosso o idromele

· · il bastone

· · la frusta con corde di seta

· · un piccolo recipiente d’acqua

· · un piccolo recipiente con sale all’interno

· · le corde (rossa, bianca e blu, ognuna lunga 1,80 m)

· · il coltello dal manico bianco

· · l’athame di ogni strega che partecipa al rito (coltello dal manico nero)

· · l’incensiere

· · una piccola campanella

· · un piattino con dolci o biscotti

· · la spada, sul pavimento di fronte all’altare, o sull’altare stesso

Una candela è piazzata agli estremi Est, Sud e Ovest della circonferenza del Circolo, completando le quattro candele “elementali” che devono bruciare durante l’intero rituale. (Le posizioni elementali sono Est, Aria; Sud, Fuoco; Ovest, Acqua; e Nord, Terra.)

Solo un’area fuori del Circolo stesso deve assolutamente essere sgombra – il quadrante a Nord-Est, perché la Congrega aspetterà qui attendendo che la Gran Sacerdotessa li ammetta all’interno del Circolo.

Il Rituale

La Gran Sacerdotessa e il Gran Sacerdote s’inginocchiano di fronte all’altare, lui alla destra di lei. Il resto della Congrega attende fuori del quadrante Nord-Est del Circolo.

La Gran Sacerdotessa pone il recipiente con l’acqua sul pentacolo, immerge la punta del suo athame nell’acqua e dice:

“ Io ti esorcizzo, o creatura d’acqua, affinché si cancellino in te impurità e negatività degli spiriti del mondo dei fantasmi, nei nomi di Cernunnos e Aradia.” (O qualunque altro nome del Dio e della Dea usi la Congrega.)[1][1]

Poi appoggia il suo athame e alza il recipiente d’acqua con entrambe le mani. Il Gran Sacerdote mette il recipiente col sale sul pentacolo, appoggia la punta del suo athame sul sale e dice:

“ Che questa creatura di sale sia benedetta; che ogni malignità e ostilità esca da qui per lasciar entrare ogni bene; giacché io ti benedico, che tu possa aiutarmi, nei nomi di Cernunnos e di Aradia.”

Poi appoggia l’athame e rovescia il sale nel recipiente con l’acqua che la Gran Sacerdotessa sta tenendo sollevato. Poi entrambi poggiano i loro recipienti sull’altare e il Gran Sacerdote lascia il Cerchio per andare verso la Congrega.

La Gran Sacerdotessa traccia il Cerchio con la spada, lasciando un passaggio a Nord-Est (alzando la sua spada più in alto della testa dei membri della Congrega mentre passa davanti a loro). Procede deosil (in senso orario)[2][2] da Nord a Nord, dicendo mentre gira:

“ Io ti scongiuro, o Cerchio di Potere, che tu sia un luogo d’incontro di amore, gioia e verità; scudo contro ogni inganno e malvagità; confine tra il mondo degli uomini e i reami dei Potenti; protezione che preservi e contenga il potere da noi evocato. Perciò io ti benedico e ti consacro, nei nomi di Cernunnos e di Aradia.”

A questo punto lascia giù la spada e ammette il Gran Sacerdote nel Cerchio con un bacio, girando con lui deosil. Il Gran Sacerdote ammette allo stesso modo una donna; quella donna ammette un uomo; e così via finché tutta la Congrega è nel Cerchio.

La Gran Sacerdotessa riprende la spada e chiude il passaggio, completando il tracciato del Cerchio.[3][3]

La Gran Sacerdotessa a questo punto chiama tre streghe/stregoni per rafforzare il Cerchio (che lei ha già stabilito nell’elemento Terra) con gli elementi Acqua, Aria e Fuoco.

La prima strega/stregone porta il recipiente con l’acqua consacrata e gira deosil, da Nord a Nord, aspergendo il perimetro del Cerchio. Poi asperge ogni membro della Congrega a turno. Se è un uomo termina aspergendo la Gran Sacerdotessa, che poi asperge lui; se è una donna termina col Gran Sacerdote, che poi la asperge a sua volta. Il portatore dell’acqua rimette poi il recipiente sull’altare.

La seconda strega/stregone porta l’incensiere acceso attorno al perimetro, sempre deosil e da Nord a Nord, e poi lo rimette sull’altare.

La terza strega/stregone porta una delle candele dell’altare attorno al perimetro, deosil e da Nord a Nord, e poi la rimette sull’altare.

Tutte le streghe e gli stregoni della Congrega prendono i rispettivi athame e si voltano verso Est, dietro al Gran Sacerdote e alla Gran Sacerdotessa (lui alla destra di lei). La Gran Sacerdotessa dice:

“ Signori della Torre dell’Est, Potenze dell’Aria, io v’invoco, v’incito e vi chiamo a presiedere ai nostri riti e a difendere il Cerchio.”

Mentre pronuncia queste parole traccia davanti a sé nell’aria con l’athame il Pentagramma di Invocazione della Terra[4][4]. Dopo averlo tracciato, bacia la lama del suo athame e la tiene un secondo o due sul suo cuore.

Il Gran Sacerdote e il resto della Congrega imitano questi gesti con i loro athame; quelli che sono senza athame usano l’indice destro.

La Gran Sacerdotessa e la Congrega poi si rivolgono a Sud e ripetono l’invocazione; questa volta è:

“ Signori della Torre del Sud, Potenze del Fuoco…”

Poi a Ovest dove l’invocazione è:

“ Signori della Torre dell’Ovest, Potenze dell’Acqua, Artefici della Morte e della Rinascita…”

Infine a Nord, dove l’invocazione è più lunga; la Gran Sacerdotessa dice:

“ Signori della Torre del Nord, Potenze della Terra, Borea, guardiano dei portali di settentrione, Antico Immortale e Grande Dea,, noi v’invochiamo, incitiamo e chiamiamo a presiedere ai nostri riti e difendere il Cerchio.”

Tutta la Congrega rimette gli athame sull’altare, e tutti, tranne il Gran Sacerdote e la Gran Sacerdotessa, vanno a Sud, dove attendono rivolti verso l’altare.

Il Gran Sacerdote ora procede ad Invocare la Dea sulla Gran Sacerdotessa. Lei sta con le spalle rivolte verso l’altare, con il bastone nella sua mano destra e la frusta nella sinistra, tenute contro il suo petto nella posizione di Osiride – le due impugnature tenute strette nei pugni chiusi, i polsi incrociati e le impugnature incrociate ancora sopra di essi. Lui s’inginocchia davanti a lei.

Il Gran Sacerdote dà alla Gran Sacerdotessa i Cinque Baci Incrociati, baciandole piede destro, piede sinistro, poi ginocchio destro e sinistro, il grembo, il seno destro e il seno sinistro e infine le labbra. (Quando lui raggiunge il grembo lei apre le braccia nella “posizione di benedizione”.) Mentre fa questo lui dice:

“Siano benedetti i tuoi piedi, che ti hanno condotto su questi sentieri.

Siano benedette le tue ginocchia, che s’inginocchieranno di fronte al sacro altare.

Sia benedetto il tuo grembo senza il quale non esisteremmo.

Siano benedetti i tuoi seni, formati nella bellezza[5][5].

Siano benedette le tue labbra, che pronunzieranno i Sacri Nomi.”

Per il bacio sulle labbra si abbracciano avvolgendosi completamente e tendendo i piedi in contatto.

Il Gran Sacerdote s’inginocchia ancora di fronte alla Gran Sacerdotessa, che riassume la “posizione di benedizione”, ma con il suo piede destro leggermente avanzato. Il Gran Sacerdote invoca:

“Io t’invoco e ti chiamo, Grande Madre di tutti noi, portatrice di ogni fecondità; per il seme e la radice, il fusto e la gemma, la foglia e il fiore e il frutto, per la vita e per l’amore io t’invoco affinché tu discenda sui corpi dei tuoi servitori e della tua sacerdotessa.”

Durante l’invocazione lui tocca col dito indice il suo seno destro, il seno sinistro e il grembo; poi ripassa i tre punti ancora una volta in senso opposto terminando sul seno destro. Sempre inginocchiato poi distende le sue braccia e le abbassa con i palmi rivolti in avanti e dice[6][6]:

“ Ave Aradia! Dal corno della capra Amaltea

riversa il tuo immenso amore su di noi; volgo il mio sguardo umilmente

davanti a te, adorandoti fino alla fine dei tempi,

con amorevole sacrificio adorno il tuo santuario.

Il tuo piede è alle mie labbra…”

Lui bacia il suo piede destro e continua:

“…la mia preghiera sale

con il fumo dell’incenso, spendi

il tuo antico amore, O Potente, discendi

per aiutarmi, poiché senza di te sarei perduto.”

Poi in piedi, sempre fronteggiando la Gran Sacerdotessa, fa qualche passo indietro.

La Gran Sacerdotessa traccia nell’aria di fronte a lui il bastone il Pentagramma di Invocazione della Terra dicendo[7][7]:

“ Di Diana Infera e Celeste,

mio lo scettro e mia la veste

per il potere della stella a cinque punte

io ti rivesto delle virtù congiunte.”

Con questo l’Invocazione della Dea è terminata; la prossima parte è l’Incarico[8][8]. La Gran Sacerdotessa depone il bastone e la frusta sull’altare, lei e il Gran Sacerdote stanno davanti all’altare rivolti verso la Congrega, lui alla sinistra di lei. Il Gran Sacerdote dice:

“ Ascoltate le parole della Grande Madre; lei che anticamente era chiamata fra gli uomini Artemide, Astarte, Atena, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen, Dana, Arianrhod, Iside, Bride[9][9] e con molti altri nomi ancora. ”[10][10]

La Gran Sacerdotessa dice:

“ Quando avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e meglio se quando la luna è piena, allora voi vi riunirete in qualche luogo segreto e adorerete lo spirito di me che sono la Regina di tutte le streghe. Allora vi riunirete voi che desiderate imparare tutte le arti della stregoneria, e tuttavia non avete ancora raggiunto i suoi segreti più profondi; a voi io insegnerò cose che sono ancora sconosciute. E voi sarete liberi dalla schiavitù; e come segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete musica e farete l’amore, tutto in mia lode. Perché mia è l’estasi dello spirito, e mia altresì è la gioia sulla terra; perché la mia legge è amore verso tutti gli esseri. Mantenete puro il vostro più alto ideale; tendete sempre verso esso; che nulla vi fermi o vi faccia deviare. Perché mia è la porta segreta che si apre sulla Terra dell’Eterna Giovinezza, e mia è la coppa del vino della vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il SantoGraal dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che dona il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io dono la conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte, io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono dipartiti. Né io richiedo sacrifici; perché vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla terra.”

Il Gran Sacerdote dice:

“ Ascoltate voi le parole della Dea delle Stelle; lei, nella polvere dei cui piedi danzano gli abitanti dei cieli, lei, il cui corpo abbraccia l’universo intero.”

La Gran Sacerdotessa riprende:

“ Io, che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime. Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini, lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto dall’estasi dell’infinito. Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; giacché tutti gli atti di amore e piacere sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e venerazione. E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo troverete mai fuori da voi. Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio.”

Questa è la fine dell’Incarico.

Il Gran Sacerdote, sempre fronteggiando la Congrega, alza le braccia e dice:[11][11]

“ Bagahi laca bachahé

Lamac cahi achabahé

Karrelyos

Lamac lamec bachalyos

Cabahagi sabalyos

Baryolas

Lagozatha cabyolas

Samahac et famyolas

Harrahya ! ”

La Gran Sacerdotessa e la Congrega ripetono “ Harrahya! ”

Il Gran Sacerdote e la Gran Sacerdotessa poi si girano verso l’altare con le braccia alzate, facendo con le mani il saluto del “Dio Bicorne” (indice e mignolo tesi, le altre dite piegate sul palmo). Il Gran Sacerdote dice:[12][12]

“Grande Dio Pan, ritorna di nuovo alla terra dall’infinito!

Vieni alla mia chiamata e mostrati agli uomini.

Pastore di Capre, sulla selvaggia via della collina

Guida dall’oscurità fino al giorno il tuo gregge smarrito.

Il sentiero del sonno e della notte è dimenticato –

Lo cercano gli uomini i cui occhi la luce hanno perduto.

La porta che non ha chiave apri ora,

la porta dei sogni, che conduce gli uomini da ogni dimora.

Pastore di Capre, dammi risposta ancora!”

Il Gran Sacerdote e la Gran Sacerdotessa dicono assieme:[13][13]

“ Akhera goiti – akhera beiti!”

- abbassando le mani alla seconda frase.

La Gran Sacerdotessa, seguita dal Gran Sacerdote, conduce la Congrega nel Canto delle Streghe – una danza in cerchio deosil, rivolti verso l’interno e tenendosi per mano (palmo sinistro vero l’alto, palmo destro verso il basso), uomini e donne alternati, se possibile. La Gran Sacerdotessa dà il passo e può lasciare la mano dell’uomo davanti a lei e intrecciare la Congrega che la segue, dentro e fuori, come un serpente. Per quanto siano complessi i suoi intrecci, nessuno deve lasciar andare la mano dell’altro o fermarsi, tutti devono continuare a muoversi finché l’intreccio non si snoda. Mentre la danza in cerchio viene eseguita tutta la Congrega canta[14][14]:

“ Eko, eko azarak,

eko, eko zomelak,

eko, eko Cernunnos,

eko, eko Aradia!

(Ripetere per 3 volte)

Luna splendente e notte dall’oscuro manto

Est, sud, ovest e settentrione

Delle streghe ascoltate il canto

Giunte per chiamarvi in quest’occasione.

Terra e acqua, aria e fuoco,

pentacolo, spada e bastone

operate voi per il nostro scopo

e udite la nostra invocazione!

Corda e incensiere, coltello e frusta,

poteri della lama stregonesca

la nostra magia a nuova vita vi desta

accorrete affinché l’incantesimo riesca!

Regina degli Inferi, regina dei cieli

Della notte cacciatore cornuto

All’incantesimo donate i vostri poteri

E per il rito operate ciò che abbiamo voluto!

Per tutto il potere della terra e del mare

Per tutta la forza della luna e del sole

come vogliamo così possa andare

così sia fatto con queste parole!

Eko, eko azarak,

eko, eko zomelak,

eko, eko Cernunnos,

eko, eko Aradia!

(Ripetere per 3 volte) ”

Quando la Gran Sacerdotessa decide che è arrivato il momento (e, se ha intrecciato il percorso, quando ha riportato l’intera Congrega in un anello perfettamente circolare), ordina:

“ Giù!”

E tutte le streghe e gli stregoni della Congrega si lasciano cadere a terra, seduti in cerchio e rivolti verso l’interno.

Questa è la conclusione del Rituale di Apertura. Se l’occasione di incontro è un Esbat, la Gran Sacerdotessa dirige adesso il lavoro magico che va compiuto. Se è un Sabbat, ora s’inizia il rituale appropriato.

Un altro breve rituale deve essere riportato per completezza: la Consacrazione del Vino e dei Dolci. Questa avviene ad ogni Esbat, generalmente dopo che il lavoro magico è stato compiuto e prima che la Congrega si rilassi nel Cerchio. Durante i Sabbat, sia il vino sia i dolci devono essere consacrati se il Grande Rito è reale; se il Grande Rito è invece simbolico, la consacrazione del vino è parte integrante di esso, di modo che resta solo da eseguire la consacrazione dei dolci nella maniera usuale.

Consacrazione del Vino e dei Dolci

Uno stregone si inginocchia di fronte ad una strega davanti all’altare, tendendo sollevata la coppa, colma di vino, verso di lei; lei impugna l’athame, con la punta rivolta verso il basso e la immerge nel vino.

L’uomo dice:

“ Come l’athame è il maschile, così la coppa è il femminile; e congiunti portano la loro benedizione.”

La donna appoggia il suo athame sull’altare e poi bacia l’uomo (che rimane inginocchiato) e prende da lui la coppa. Ne beve un sorso, bacia l’uomo di nuovo e poi gli passa la coppa. Lui ne beve un sorso, si alza, dà un bacio ad un’altra donna e le consegna la coppa.

La coppa è passato in questo modo all’intera Congrega, uomo a donna e donna a uomo (sempre con un bacio), finché tutti hanno sorseggiato il vino.

Se qualche operazione magica deve essere ancora compiuta, la coppa è riposta di nuovo sull’altare. Se la Congrega ha terminato e può rilassarsi nel Cerchio, la coppa è piazzata al centro del gruppo mentre siedono in cerchio e ognuno può berne a piacere; il rituale del bacio al passaggio è necessario solo la prima volta. E neppure, se la coppa è riempita nuovamente, deve essere riconsacrata.

Per consacrare i dolci, la donna prende ancora il suo athame e l’uomo, inginocchiato di fronte a lei, tiene il piattino con i dolci. Lei traccia nell’aria sopra i dolci con l’athame il Pentagramma di Invocazione della Terra, mentre l’uomo dice[15][15]:

“ Oh misteriosa Regina benedici questo cibo nei nostri corpi, infondendo salute, ricchezza, forza, gioia e pace, e la pienezza dell’amore che è perfetta felicità. ”

La donna appoggia il suo athame sull’altare, bacia l’uomo e prende un dolce dal piattino. Lei poi lo bacia di nuovo e lui prende un dolce. Lui si alza e passa il piattino ad un’altra donna con un bacio.

I dolci sono passati in questo modo all’intera Congrega, uomo a donna e donna a uomo (sempre con un bacio), finché tutti ne hanno mangiati.

2. Il Rituale di Chiusura

Un Cerchio Magico, una volta tracciato, deve sempre e senza eccezione essere bandito quando l’occasione o lo scopo per cui è stato eretto è realizzata. Sarebbe maleducazione non ringraziare e salutare le entità invocate per proteggerlo; sarebbe cattiva magia creare una barriera sul piano astrale e poi lasciarla intatta, un ostacolo vagante; e avrebbe un pessimo effetto psicologico credere così poco nella sua realtà ed efficacia da assumere che smetta di esistere nel momento in cui si smette di pensarci.

La Preparazione

In termini stretti non c’è alcuna preparazione per il Rituale del Bando; ma due avvertimenti devono essere tenuti a mente.

Primo, se alcuni oggetti sono stati consacrati nel Cerchio, questi devono essere tenuti da una persona che si mette dietro alla Congrega mentre si esegue il bando. Eseguire il segno del Pentagramma di Bando verso un oggetto appena consacrato lo neutralizzerebbe.

Secondo, bisogna preoccuparsi di lasciare almeno un dolce o biscotto e un poco di vino da parte, in modo che possano essere alla conclusione del rituale di Bando lasciati come offerta alla Terra.

Il Rituale

La Gran Sacerdotessa è rivolta verso Est, con l’athame in mano.

Il Gran Sacerdote sta alla sua destra e il resto della Congrega alla sue spalle. Tutti impugnano i loro athame, se ne hanno, eccetto la persona che tiene gli oggetti appena consacrati (se ce ne sono) che sta dietro a tutti. La Fanciulla (o qualcuno scelto per questa funzione) sta vicino alla Gran Sacerdotessa, pronta a spegnere le candele elementali.

La Gran Sacerdotessa dice:

“ Signori della Torre dell’Est, Potenze dell’Aria, vi ringraziamo per aver atteso ai nostri riti e, rimandandovi ai vostri reami, ci congediamo da voi in pace…salute e addio!”

Mentre parla traccia il Pentagramma di Bando della Terra con il suo athame nell’aria di fronte a lei. Dopo di che bacia la lama del suo athame e la tiene sul cuore qualche secondo.

Il Gran Sacerdote e il resto della Congrega imitano questi gesti con i loro athame, e chi è senza athame usa l’indicie destro. Chi porta gli oggetti consacrati non fa alcun gesto. Tutti dicono assieme alla sacerdotessa “Salute a Addio!”.

La Fanciulla viene avanti e spegne la candela dell’Est.

L’intera procedura viene ripetuta a Sud, con la Gran Sacerdotessa che dice:

“ Signori della Torre del Sud, Potenze del Fuoco, vi ringraziamo…”

Poi a Ovest:

“ Signori della Torre dell’Ovest, Potenze dell’Acqua, Artefici della Morte e della Rinascita, vi ringraziamo…”

Ed infine a Nord:

“ Signori della Torre del Nord, Potenze della Terra, Borea, guardiano del portali di settentrione, Antico Immortale e Grande Dea, vi ringraziamo per aver atteso ai nostri riti e, rimandandovi ai vostri reami, ci congediamo da voi in pace…salute e addio!”

A Nord la Fanciulla spegne solo la candela della Terra, lasciano le candele d’altare accese per ragioni puramente pratiche.

Il rito è finito.

Note:

1 Entrambe queste consacrazioni sono approssimativamente basate su quelle nella Chiave di Salomone, un grimorio, o “grammatica”, medievale di pratiche magiche tradotto e edito da MacGregor Mathers da manoscritti del British Museum e pubblicato nel 1888. Le parole per la consacrazione degli strumenti magici nel Libro delle Ombre di Gardner si basano anch’esse (persino con maggior aderenza) su quelle della Chiave di Salomone. Che queste furono aggiunte di Gardner, piuttosto che materiale tradizionale ottenuto dalla Congrega della New Forest che lo iniziò, è suggerito dal fatto che il loro inglese corrisponde a quello di Mathers, invece che essere derivato indipendentemente dall’originale latino. Non c’è alcun male in questo; come molte delle aggiunte di Gardner, adempiono il loro compito splendidamente.

2 Tutti i movimenti magici che implicano rotazioni o spostamenti circolari sono normalmente eseguiti in senso orario, “il senso del Sole”. Questo movimento è noto come “deosil”, dalla parola gaelica (irlandese: deiseal, scozzese: deiseil, entrambe pronunciate approssimativamente “jesh’l”) che significa “a destra” o “a Sud”. Un movimento in senso antiorario viene chiamato invece “widdershins” (germanico medio-alto: widersinnes, “nella direzione contraria”) o “tuathal” (irlandese: tuathal pronunciato “twa-h’l”, scozzese: tuaitheal pronunciato “twa-y’l”) che significa “a sinistra, a Nord, nella direzione sbagliata”. Un movimento magico widdershins viene considerato malevolo od opera di magia nera, salvo che non abbia un significato simbolico preciso, come un tentativo di andare indietro nel tempo o di ritornare alla sorgente preparatoria alla rinascita; in questi casi deve essere sempre seguito da un opposto movimento deosil una cosa simile fanno gli Highlander scozzesi che iniziano la danza della spada tuaitheal, perché è una danza di guerra, e la concludono deiseil per simbolizzare la vittoria.

3 Normalmente nessuno entra o esce dal Cerchio fra il rituale di apertura e quello di chiusura; ma se questo fosse necessario, un passaggio deve essere aperto con un movimento rituale rotatorio widdershins (anti-orario) eseguito con l’athame e chiuso subito dopo con un corrispettivo movimento deosil (orario). (Per tutti i rituali spada e athame sono intercambiabili)

4 Il rituale delle Torri di Guardia è ovviamente basato sul Rituale Minore del Pentagramma della Golden Dawn. Per inciso, la Golden Dawn, così come molte streghe, termina i Pentagrammi ritornando semplicemente al punto di partenza – ossia omettendo il sesto colpo “di sigillo”. Come sempre dipende da quello che si “sente giusto”.

5 Quando una donna dà i Cinque Baci Incrociati ad un uomo (come ad esempio al Sabbat di Imbolc) dice “fallo” invece di “grembo” e “petto, formato nella forza” invece di “seni, formati nella bellezza”.

6 Da una poesia di Aleister Crowley, nell’originale rivolta a Tiche, Dea della Fortuna. Adattata per l’Arte da Gardner, che ne era affascinato.

7 Dalla versione in rima dell’Incarico di Doreen Valiente.

8 La storia dell’Incarico è la seguente. Gardner stese una prima versione, molto simile a quella qui riportata fino a “…tutto in mia lode.” (questo passaggio di apertura è tratta dai rituali delle streghe toscane riportati da Leland in Aradia: il Vangelo delle Streghe), seguivano poi alcune parole voluttuose estratte dalle opere di Aleister Crowley. Doreen Valiente ci disse: “sentivo che quelle parole non erano davvero adatte all’Antica Arte dei Saggi, per quanto belle fossero o per quanto ci si potesse trovare d’accordo con il loro significato; così scrissi la versione in versi dell’Incarico, tenendo buone le parole tratte da Aradia perché appartengono alla tradizione.” Questa versione in versi inizia con le parole “Di Diana infera e celeste…” e la prima strofa viene utilizzato come risposta della Grande Sacerdotessa all’Invocazione alla Dea. Ma molte persone sembravano preferire una versione in prosa dell’Incarico, così Doreen scrisse quella qui riportata; contiene ancora una o due frasi di Crowley (“mantenete puro il vostro più alto ideale” , per esempio, è tratto dal saggio La Legge della Libertà, e “né io richiedo sacrifici” è un estratto dal Libro della Legge), ma le ha integrate nell’insieme per darci la più amata invocazione usata nell’Arte oggi. Può ben essere definito un Credo Wiccan. La nostra versione ha una o due minuscole differenze da quella di Doreen, ma le abbiamo lasciate, con le nostre scuse a lei.

9 Pronunciato “breed”. Se avete il nome di una dea locale, aggiungetelo senz’altro alla lista.

10 Nel Libro delle Ombre un’altra frase seguiva questa: “Al suo altare i giovani Lacedemoni di Sparta compivano i sacrifici dovuti.” Questa frase proviene da Gardner, non della Valiente. Così come molte Congreghe, noi la omettiamo. Il sacrificio spartano, così come descritto da più parti, era sicuramente un affare molto cruento e in contraddizione con la successiva affermazione dell’Incarico “né io richiedo sacrifici.”

11 Questo strano incantesimo, per quanto si sa apparso la prima volta in una composizione in francese del tredicesimo secolo, è tradizionale nella stregoneria. Il suo significato è sconosciuto – sebbene Michael Harrison in Radici della Stregoneria avanza la supposizione che sia una corruzione di un incantesimo Basco, e una chiamata per adunanze usata a Samhain.

12 Questa è l’Invocazione a Pan tratta dal XIII capitolo di Moon Magic di Dion Fortune.

13 Questa è un vecchio incantesimo delle streghe basche, che significa: “Il bicorne sopra – il bicorne sotto.” L’abbiamo trovata nel libro di Michael Harrison Le Radici della Stregoneria, ci è piaciuta e abbiamo deciso di utilizzarla.

14 Questo canto, il “Canto delle Streghe”, fu scritto a due mani da Doreen Valiente e Gerald Gardner. Le linee “Eko, Eko” (nelle quali le Congreghe inseriscono abitualmente i loro nomi per il Dio e la Dea alle linee 3 e 4) non erano parte del canto originale; lei ci disse: “Noi le usavamo come prefazione all’antico canto “Bagabi lacha bachabe” (al quale anche Michael Harrison le attribuisce) ma non penso che in origine fossero parte di questo canto, erano parti di un altro antico canto. Scrivendo a memoria, assomigliavano a qualcosa del genere:

Eko Eko Azarak

Eko Eko Zomelak

Zod ru koz e zod ru koo

Zod ru goz e goo ru moo

Eeo Eeo hoo hoo hoo!

No, io non so cosa significhino! Ma ritengo che “Azarak” e “Zomelak” siano dei nomi di Dei.” Lei aggiunge: “Non c’è alcuna ragione per cui queste parole non dovessero essere utilizzate come le usate voi.”

15 Adattamento dalla Messa Gnostica di Crowley.



[1][1] Entrambe queste consacrazioni sono approssimativamente basate su quelle nella Chiave di Salomone, un grimorio, o “grammatica”, medievale di pratiche magiche tradotto e edito da MacGregor Mathers da manoscritti del British Museum e pubblicato nel 1888. Le parole per la consacrazione degli strumenti magici nel Libro delle Ombre di Gardner si basano anch’esse (persino con maggior aderenza) su quelle della Chiave di Salomone. Che queste furono aggiunte di Gardner, piuttosto che materiale tradizionale ottenuto dalla Congrega della New Forest che lo iniziò, è suggerito dal fatto che il loro inglese corrisponde a quello di Mathers, invece che essere derivato indipendentemente dall’originale latino. Non c’è alcun male in questo; come molte delle aggiunte di Gardner, adempiono il loro compito splendidamente.

[2][2] Tutti i movimenti magici che implicano rotazioni o spostamenti circolari sono normalmente eseguiti in senso orario, “il senso del Sole”. Questo



Dalla Saggezza diEleuteria

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