venerdì 20 gennaio 2012

Cominciamo - e proviamo! - a parlare un po' di rune... chi non è pratico di magia e divinazione vede le rune come un antico alfabeto nordico, in secondo luogo come un metodo molto diffuso di divinazione. In realtà sappiamo bene tutte che "runa" può essere la denominazione di qualsiasi simbolo che possa essere inciso su un qualsiasi materiale allo scopo di infondervi una "carica"; ad ogni modo, questa volta prendiamo in considerazione proprio le rune nordiche.

Per quanto sia effettivamente possibile realizzare delle corrispondenze tra il nostro alfabeto e quello runico - in poche parole, è possibile scrivere in caratteri runici, e molti lo fanno - è sbagliato considerare le rune come delle lettere, al pari delle nostre, perché ogni runa rappresenta in primis un concetto (e molto vasto!) e non un suono. Un po' com'era con i numeri per i Pitagorici ;) "Runa" in lingua gotica significava "segreto", e non solo si trattò fin dall'inizio di grandi "serbatoi" di conoscenza intuitiva, ma potevano essere anche utilizzate addirittura in ruoli ritualistici, ad esempio per invocare le divinità.

Con il passare del tempo si sono sviluppati tre sistemi runici, tre "alfabeti" per così dire:
- il Futhark antico (composto da 24 rune, che comunemente si usa per divinare con l'aggiunta spesso di una venticinquesima pietra, o tassello, o qualsivoglia supporto lasciato "in bianco")
- il Futhorc anglofrisone (29-33 rune)
- il Futhark giovane (16 rune)
Il nome Futhark deriva dall'insieme delle sillabe dei primi sei caratteri (Fehu, Uruz, Thurisaz, Ansuz, Raido, Kenaz, per quanto poi l'ortografia dei nomi delle rune vari molto da tradizione a tradizione).

Va inoltre detto che ad ogni runa è possibile associare una divinità del pantheon norreno/vichingo, perciò conoscerlo può essere d'aiuto.

Dal momento che, vista la natura di questo "spazio sacro virtuale" che è il nostro blog, penso sia meglio affrontare il discorso rune a puntate, credo sia meglio cominciare innanzitutto dal livello principianti. Consideriamo quindi le rune all'atto pratico: si possono acquistare o realizzare da sé. Io personalmente per anni ho divinato con un set di rune composto da frammenti levigati di conchiglie raccolti in riva all'Atlantico durante una delle mie prime vacanze in Bretagna, su cui avevo disegnato i 24 simboli; poi, più di recente, ho voluto acquistare un set di rune in agata grigia, perché mi pareva più bello ed in grado di "innescare" meglio uno stato mentale adatto alla divinazione. In realtà adesso mi trovo ugualmente bene con tutti e due i set.
Le rune possono essere pietre, bastoncini, carte, di qualsiasi forma o dimensione. Di solito si tiene conto del fatto che, dovendo essere lanciate, le rune dovrebbero essere piccole abbastanza da poter essere comodamente tenute in mano. In più, visto che come nei tarocchi la divinazione considera anche il dritto e il rovescio per la connotazione postiva/negativa, dovreste scegliere delle rune in cui sia facile distinguere l'una e l'altra parte.
Per tradizione, quando si dipingono le rune sul loro supporto i colori da usare sono il rosso o il blu, ma va bene qualsiasi colore dettato dall'istinto. Si sconsiglia di scegliere il bianco come colore del supporto della runa, perché bianco di solito è il colore del tappeto su cui devono essere lanciate (le cui dimensioni per altro si aggirano intorno ai 30x30 cm).


Dalla Saggezza diRean

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