venerdì 20 gennaio 2012

BELISAMA

Una delle poche divinità femminili sufficientemente stabili e caratterizzate del pantheon celtico-cisalpino. Dai ritrovamenti archeologici quali statuette votive o iscrizioni s'è potuto notare che principalmente veniva adorata nell'attuale Francia e lungo tutto l'arco alpino. Belisama è la Dea delle acque, signora dei fiumi, dei ruscelli e delle fonti. E' risaputo da parte Celti, ma non solo, l'utilizzo di fonti sacre a fini curativi o benefici. Con la romanizzazione della Gallia il culto di Belisama venne associato con quello di Minerva. E' inoltre la Dea del fuoco , delle forge e della luce. Probabilmente queste "sfere d'influenza" vennero acquisite solo in seguito all'unione con il Dio Belenos, di cui ne è la consorte. E' una delle potenti Matres e quale rappresentazione del potere femminile è intimamente legata al sottosuolo, gli inferi, il grande ventre della Madre da cui nascono tutte le sorgenti. Da citare è la sorgente di Herse ( Francia ) situata nella foresta di Belleme, ovvero Belisama, in cui un'iscrizione latina rivela che era dedicata agli "Dei Infernali" ( da intendere nel senso pagano del termine ). Tra le rappresentazioni più interessanti, alcune statuette votive in cui viene raffigurata come una nobile donna ( elemento generatore - Terra - Acqua ) ornata di corona ( Fuoco - Luce - Regalità ) e coperta da una lunga veste. Il braccio destro è disteso lungo il corpo con la mano aperta, palmo rivolto in avanti. Il sinistro è invece piegato a livello del bacino con la mano semichiusa a forma di coppa. L'intera figura poggia sulla schiena di un uccello simile ad un anatra ( Aria - Acqua ).
In ambito milanese questa Dea era particolarmente importante,vi riporto quello che ho trovato:

La Dea Madre
La riconoscenza dell’Acqua come principio primo e fonte originale, per
delle popolazioni mobili, la cui sopravvivenza proviene dai suoi benefici,
viene espressa tramite la consacrazione delle fonti dei principali fiumi
dell’Europa; quelli che divennero dei santuari della dea celtica della
fertilità.
Evocata dalla toponimia celtica, questa consacrazione viene attinta da un
grandissimo numero di offerte votive – statuette, metalli preziosi, armi e
oggetti domestici – scoperti un po’ ovunque in Europa lungo il corso
d’acqua e presso i santuari situati alle loro sorgenti.
Il fiume o il corso d’acqua rappresenta un’espressione mobile della Madre
Terra, che rende le acque sacre. È la combinazione particolare delle
diverse proprietà minerali, vegetali e volativi che emanano certe sorgenti
in certe ore del giorno e della fase lunare che ne crea i poteri
rigeneratori. Ogni luogo sacro ha il suo spirito guardiano che veglia si
di lui, osserva i riti quotidiani secondo il cerimoniale voluto che si può
materializzare sotto forma di canto, di uccello, di pesce, in onore della
dea.

A volte la dea appare come essere dei sogni, come strega, in funzione
delle circostanze o delle predisposizioni del visitatore o dell’intruso.
Questi luoghi rappresentano il grembo della Madre Terra invocata sotto
nomi e aspetti differenti. Esistono numerose iscrizioni galliche (Gallia
Transalpina e Cisalpina – iscrizioni leponzie), indirizzate a Gwena, Mar
(antichi nomi della Dea), Brida, Brii, Bria (divenuto poi Brighit), la
Madre rappresentata sotto forma di triade – modello che spesso viene
richiamato nell’arte e nella letteratura celtica – assieme al suo bambino
e ad un cesto di frutta (simbolo di fertilità ed abbondanza).

Un’altra rappresentazione popolare è quella della dea Epona, abitualmente
a cavallo e a volte accompagnata da un rapace. La Luna, con i suoi poteri
sulle maree e sui cicli mestruali, rappresenta un insieme universale di
simboli; presiede ai riti notturni legati ai canti degli animali, come il
serpente ed il lupo. La mitologia celtica la identifica con la triplice
dea che presiede le nascite, alla Vita e alla morte: triade delle giovani,
delle spose e delle donne anziane; Morrigan, Macha, Badh, Arianrhodd,
Sequana.
Gli antichi Galli, la cui teologia è scomparsa assieme alle loro
tradizioni orali, hanno lasciato delle statue anonime a due o tre teste,
che però rappresentano chiaramente simboli celtici.
In Italia abbiamo numerosi reperti e testimonianze di tali divinità che in
alcuni casi assumono anche vesti solari, in quanto la Dea Madre
rappresenta anche queste qualità.

A Milano, ad esempio sono state di recente scoperte statuette votive, e
basso rilievi di Belisama, divinità luni-solare, che reca accanto a sé una
scrofa semi lanuta, animale-simbolo delle sue peculiarità: dono della
guida oltre il mondo visibile, per individuare il nemeton per costruire il
santuario.

La chiesetta di S. Calimero, come quella di S.Calogero, in via Quadronno,
erano “votate” alla Dea Belisama. La leggenda milanese vuole che questa
divinità fosse venerata durante la festività di Beltaine, che cadeva il 1°
maggio.

Nota: Fonti tratte da: “Mysteres Celtes – une religion de l’insaisissable”
di John Sharkey, èdition du Seuil (1975) ; “Entità fatate della Padania”
di A. Dalbosco e C. Brughi, edizioni della Terra di Mezzo (1995).


Sempre per quanto riguarda la zona di Milano vi sono riferimenti alla Dea anche in ambito cattolico:

Costruito a partire dal 1386 sotto Gian Galeazzo Visconti sul luogo dove sorgeva il battistero di San Giovanni, dove Sant’Ambrogio aveva battezzato Sant’Agostino. Si tratta di una tarda espressione dell’arte gotica, una simmetria di ispirazione germanica comune anche alle altre cattedrali europee. Infatti, particolari numeri e figure geometriche come il triangolo e il quadrato fanno parte del segreto dei costruttori di questa grande opera architettonica. Maestoso e imponente, vero rompicapo anche per gli architetti contemporanei, il Duomo ha una lunghezza esterna di 157 m e un’area interna di 11.700 metri quadri. La guglia, con la statua dorata della “Madonnina”, è alta 109 metri.

"Si dice che sotto il Duomo ci sia un laghetto, il quale era adorato dai Celti; infatti, il popolo Celta credeva nella Dea Belisama, che viene ricordata dalla Madonnina sulla punta del Duomo (questa Dea aveva una duplice funzionalita`,quella lunare, che ricordava la femminilita`, la madre col bambino, e quella solare, che ricordava il territorio, un tempo ricco di boschi) la quale era considerata Dea dell'acqua, cioè Dea della vita (infatti l'acqua era sinonimo di ricchezza vitale). Questa Dea, tra l'altro, a Milano veniva raffigurata (e chiamata con un nome specifico) come una scrofa pelosa (la scrofa semi lanuta di via Mercanti). Da qui cominciò tutto, i Celti edificarono un tempio o "cromlech", cioè grandi cerchi formati dai menhir (pietre erette verticalmente) e dai dolmen (camere megalitiche); dopo questi tempi Pagani, arrivarono altri templi costruiti dai Romani e, successivamente, diverse chiese Cristiane che, una sull'altra, diedero vita (dopo molti anni) al duomo di Milano." [Sofia M.]

Parlando poi della sua rappresentazione iconografica:
Per i Celti la DEA BELISAMA aveva come ierofania una scrofa bianca. La scrofa era legata al ciclo lunare. Sembra che l’animale avesse il dono di guidare oltre le porte del mondo visibile, per cui poteva essere utilizzato per individuare il luogo in cui costruire un santuario. Data l'epoca arcaica in cui venne fondato il santuario e la prevalenza dei culti lunari su quelli solari nella religiosità dell'epoca, è possibile che sia stata veramente una scrofa bianca, l'animale che divenne simbolo di Milano e che il santuario fosse dedicato a BELISAMA, che poi divenne MINERVA e che poi ancora, divenne MARIA NASCENTE. Sembra che il Duomo di Milano, voluto da Gian Galeazzo Visconti (dal diavolo secondo la leggenda) sia stato costruito sopra un santuario pagano. Un santuario dedicato a una DEA e tale si è mantenuto. BELISAMA, MINERVA e MARIA NASCENTE. Più tardi, ad ulteriore riprova della continuazione del culto FEMMININO, sulla guglia più alta del Duomo, venne posta la famosa MADONNINA.
Milano è dunque un antico luogo di culto, denso di energie, dove si adorava la DEA. I cristiani più istruiti, conoscono bene questa storia, i loro predecessori, con la complicità di Gian Galezzo Visconti, velatamente e con discrezione, hanno fatto in modo che il culto della DEA venisse perpetuato (ma anche questa è solo un ipotesi...)




Dalla Saggezza diDeboraSelma

Nessun commento:

Posta un commento